Lisbona, prima parte.

Ecco la prime cose che mi vengono in mente quando ripenso al nostro viaggio a Lisbona: salite impervie, innanzitutto, e lungo quelle salite tram che le percorrono, casette abbarbicate e variopinte, mura ricoperte da mosaici di piastrelle. Ma anche gabbiani, gradazioni di azzurro che si mescolano fra cielo e mare. E fragranti pasteis de nata, ah, che nostalgia. Di Lisbona ho un bel ricordo, nonostante la fatica (ho già accennato alle salite?). A primo impatto mi è sembrata una città dalle molte facce, così diverse fra di loro. Lo smarrimento iniziale mi ha portata molto presto ad accorgermi che la sua bellezza risiede proprio in questo miscuglio di atmosfere. Fra qualche déjà vu (Siviglia, Sicilia) ho ritrovato grandi amori (azulejos!) e scoperto delle vere e proprie chicche. Attraverso le foto ripercorro qui le nostre tappe.

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Elevador de Santa Justa

Come dicevo, le salite. Per rendere tutto più agevole a Lisbona ci sono ascensori che collegano i diversi livelli e il più famoso è quello di Santa Justa, che si fa decisamente notare. Inaugurato ad inizio ‘900, spicca in pieno centro come una mirabolante struttura neogotica, che sembra essere uscita da un romanzo steampunk - d’altronde inizialmente funzionava a vapore. Offre una delle più belle viste dall’alto sulla città.

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Igreja do Carmo

I resti di questa chiesa sono la testimonianza del grande terremoto che distrusse Lisbona nel 1755. Insieme all’ascensore di Santa Justa, è stata una delle strutture che più mi ha affascinata, con i suoi giochi di vuoti e pieni, ombre e luce fra le rovine.

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Lungo il Tago

Sembra il mare, ma in realtà è un fiume. Sembra di avvistare il Cristo di Rio de Janeiro e il Golden Gate Bridge ma no, poi ci ricordiamo che siamo in Portogallo. Fra brevi straniamenti, passeggiare lungo il Tago nel tardo pomeriggio è un’attività immancabile. Memori di un’episodio di Date da mangiare a Phil, abbiamo raggiunto con il traghetto  il porto di Cacilhas, all’altra sponda del Tago, dove si trova un ristorantino con tavoli gialli che sembrano sfidare i clienti ad arrivare a fine pasto senza cadere in acqua. Peccato fosse chiuso, ci intrigava il pericolo.

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O Mundo Fantastico da Sardinha Portuguesa

Il negozio che Tim Burton adorerebbe. In Portogallo il pesce in lattina è una cosa seria e qui il packaging non è secondario al contenuto, come importanza. Le varietà sembrano deliziose (sott’olio, piccanti, con pesce affumicato…) ma non saprei confermarlo, visto che non ho nessuna intenzione di aprire la mia bellissima scatoletta.

Fine prima parte